Il parco regionale di Colfiorito e la terra dei Plestini
Merita sicuramente una visita il parco regionale di Colfiorito che si trova sulla montagna di Foligno. Un territorio dall’altissimo valore naturale e storico grazie al ricco patrimonio naturalistico e alla presenza dei numerosi reperti archeologici.
Il parco regionale di Colfiorito istituito nel 1995 ha un’estensione di 338ha. Al centro del parco sorge la palude, un ecosistema naturale unico nel suo genere che vede la presenza di rare specie floreali, avifauna migratoria, gasteropodi e anfibi che ivi trovano rifugio. La Palude per queste caratteristiche è stata dichiarata zona di interesse internazionale dalla convenzione di Ramsar nel 1977.
Il territorio vede la presenza, da tempo immemore, dell’uomo. In passato svolgeva il ruolo di importante nodo di comunicazione, essendo territorio di confine (con le Marche), tra la parte tirrenica e adriatica della penisola. La fertilità della terra e la presenza dell’acqua tutto l’anno, seppure con oscillazioni dovuta alle stagioni più calde, ha portato fin dalle origini ad una ricca economia agricola e pastorizia.
La zona vede ancor è sede di importanti coltivazioni, anche pregiate, come la famosa Patata Rossa di Colfiorito.
La terra dei Plestini.
Nelle vicinanze sorge un antico edificio protoromanico intitolata a Santa Maria di Plestia. Plestia era, infatti, in età romanica, l’antico nome di Colfiorito.
Plestia aveva tutte le caratteristiche di una piccola cittadina: con un foro, un tempio e un centro abitato.
Tracce degli antichi Plestini sono visibili ovunque nelle vicinanze e, soprattutto, nel piccolo ma ben curato Museo Archeologico Umbri Plestini che si trova a Colfiorito, dove è possibile trovare manufatti e armi, alcuni dei quali risalenti all’età del ferro (circa il IX ses. a. C.) a dimostrazione di quanto è antica la presenza umana nella zona.
Itinerari.
È possibile ammirare la palude e la fauna che ivi risiede seguendo un percorso pedonale che si sviluppa ad anello all’interno dell’area verde, costeggiando la palude fino a giungere alla casa del Molaro, presso l’Inghiottitoio (luogo che in passato veniva utilizzato per sfruttare le acque in eccesso della palude) fino a scendere verso l’osservatorio naturalistico. Da qui sarà possibile ammirare la presenza, tra le ninfe e i canneti, della nutrita avifauna che via via si mostrerà sempre più numerosa. È possibile ammirare anche specie rare o in via di estinzione come il tarabuso, la cannaiola o l’airone rosso.
All’interno dell’area del parco si trovano altri percorsi percorribili a piedi molto interessanti perché permettono di scoprire tutta l’area, fino a giungere alle pendici del Monte Orve. Qui sorgevano insediamenti abitati, noti come castellieri, di cui è possibile ancora ammirare ancora i resti come, appunto, il castelliere del monte Orve.
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