Parco di Colfiorito un viaggio alla scoperta degli antichi Plestini, custodi dell’Umbria
L’Umbria, terra di storia e bellezza, è il cuore pulsante di una cultura millenaria. In Umbria è facile scoprire e lasciarsi ammaliare dalla bellezza paesaggistica e dalla storia. Un percorso un po’ meno conosciuto ma non per questo meno affascinante è la scoperta del Parco Naturale di Colfiorito, un’area naturale protetta di incomparabile fascino, che conserva le tracce di un passato remoto. Qui, la natura e la storia si intrecciano per raccontare le vicende degli antichi Plestini, popolo umbro che abitò queste terre e ne fece un crocevia di cultura e commercio, definiti da Plinio il Vecchio, il popolo più antico d’Italia.
Chi erano i Plestini
Gli antichi Plestini erano una popolazione di origine umbra, considerata tra le più antiche d’Italia. Abitavano l’altopiano di Colfiorito e i territori circostanti, strategicamente collocati lungo importanti vie di comunicazione che collegavano l’Etruria, il mondo greco e l’Adriatico. La loro economia era basata sull’agricoltura, sulla pastorizia e sul commercio, grazie alla pratica della transumanza, che consentiva lo spostamento stagionale delle greggi attraverso i monti appenninici.
Questo popolo viveva in villaggi fortificati detti castellieri, situati sulle alture per controllare il territorio e difendersi. Il più noto tra questi è il Castelliere del Monte Orve, che conserva ancora tracce delle terrazze artificiali e delle strutture murarie che ospitavano i Plestini.
Le testimonianze di un popolo antico
Facilmente raggiungibile in auto dal nostro albergo, a circa 20 minuti sorge a Colfiorito, il Museo Archeologico di Colfiorito (MAC), custode della memoria dei Plestini. Tra i suoi 1.450 reperti, emerge una ricca collezione di manufatti che documentano l’evoluzione di questa civiltà, dalla preistoria fino alla romanizzazione.
- Le necropoli. Le tombe dei Plestini rivelano dettagli sulla vita quotidiana e sulla struttura sociale di questo popolo. I corredi funerari mostrano una società inizialmente semplice, basata su un’agricoltura di sussistenza, che nel tempo si arricchì di gioielli, utensili e armi, segno dell’evoluzione verso una società più stratificata.
- I santuari e la religione. Il santuario più importante era dedicato alla dea Cupra, divinità della fertilità e delle acque. Qui sono stati rinvenuti oggetti votivi come statuette di guerrieri e lamine bronzee, che testimoniano la centralità della religione nella vita dei Plestini.
Le relazioni con gli altri popoli. I Plestini erano abili commercianti e intrattenevano scambi culturali con Etruschi, Greci e altri popoli italici. Molti reperti, come vasi e monili, mostrano influenze orientali e mediterranee, segno dell’importanza di Colfiorito come punto di passaggio e di incontro.
Il Parco di Colfiorito: una terra plasmata dai Plestini
La natura incontaminata del Parco di Colfiorito conserva i segni della presenza Plestina. La palude, oggi protetta come sito di importanza internazionale, era un tempo un grande lago, il Lacus Plestinus, attorno al quale si sviluppavano i villaggi e le attività agricole.
Passeggiando per i sentieri del parco, si possono immaginare le comunità plestine che abitavano queste terre, dedite alla coltivazione, alla pastorizia e alla produzione di formaggi, come testimonia un’antica usanza: il formaggio veniva utilizzato per migliorare il sapore del vino, considerato all’epoca di qualità inferiore.
Nel III secolo a.C., i Plestini furono integrati nell’orbita romana, ottenendo la cittadinanza e trasformando il loro territorio in un importante municipio. La città romana di Plestia, oggi visibile attraverso i resti archeologici, rappresenta il culmine di questo processo. Le vie lastricate, le domus decorate con mosaici e i reperti ritrovati narrano la storia di un popolo che seppe adattarsi e prosperare nel contesto dell’Impero Romano.
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